
Lo stand by, questo sconosciuto.
" ma senti, ma lo standby serve a far riposare l’ampli ?"
Se non fosse per la frase che è già di per sé comica (i circuiti elettronici non risposano) un fondo di verità ci sarebbe a ben guardare, ma non è di riposo che si tratta, piuttosto di questioni tecniche.
Vediamo quindi a che cosa serve esattamente lo standby, e come e quando lo si deve usare; sembrerà strano dedicare un articolo ad un interruttore, ma la quantità di leggende metropolitane circolante è notevole e vorrei tentare di fare un po' di luce.
Prima di tutto occorre chiarire una faccenda : lo standby interrompe l'alimentazione ad alta tensione necessaria al funzionamento delle valvole, e quindi di fatto ammutolisce completamente l'amplificatore agendo praticamente come un muting, ma non esattamente, perché di fatto provoca un guasto, ovvero l'interruzione dell'alimentazione, che per quanto voluto, è sempre un guasto. Ricordatevi di questo concetto, che verrà utile fra un po'.
Facciamo un passo indietro :
gli amplificatori si dividono in due categorie : quelli con il raddrizzatore a stato solido e quelli con la valvola raddrizzatrice.
Inutile dire che tutti gli amplificatori più vecchi adottano la raddrizzatrice per un semplice motivo : negli anni 40, 50 e 60 non esisteva la tecnologia per produrre ponti raddrizzatori a stato solido in grado operare con tensioni alte ( dai 300 ai 600 V ) e quindi l'unica soluzione era la raddrizzatrice.
Le valvole raddrizzatrici più antiche ( 5U4 - 5Y3 - 5R4 ) sono del tipo a riscaldamento diretto, ovvero sono in grado di fornire l'alta tensione alle valvole audio ben prima che queste siano in temperatura, essendo le valvole audio del tipo a riscaldamento indiretto, e quindi più lente.
Questo fatto porta ad un danneggiamento detto "cathode stripping " che altera la capacità del catodo delle valvole di emettere elettroni e quindi riduce la capacità di amplificazione, riducendo le prestazioni dell'apparecchio in poco tempo.
Per questo motivo fu introdotto lo stand by switch, che aveva il compito di alimentare le valvole audio dopo un certo lasso di tempo, in modo che essendo queste ben calde il fenomeno del "cathode stripping " non si verificasse.
La funzione originale era esattamente e solamente questa ma ben presto gli utenti realizzarono che si poteva utilizzare per silenziare l'amplificatore nelle pause birra/bagno e una necessità tecnica diventò di fatto un comando richiesto.
Da lì in avanti ogni bravo progettista non pensò neanche lontanamente di non prevederlo in fase di progetto.
La necessità tecnica divenne meno preponderante con l'arrivo delle raddrizzatrici a riscaldamento più lento ( GZ 81 - 5AR4/GZ34 ), che eliminavano quasi del tutto il pericolo, ma ormai la consuetudine era costituita, e la maggior parte degli amplificatori ebbe il suo bravo "stand by switch" anche se di fatto inutile o quasi . ( il Vox AC 30 ad esempio, monta una raddrizzatrice a riscaldamento indiretto e infatti non ha alcun comando stand by, per silenziarlo bisogna mettere i volumi a zero o spegnerlo del tutto )
Ancora una volta la consuetudine era diventata uno standard.
Il problema ricomparve però con l'arrivo dei raddrizzatori a stato solido adatti alle tensioni di un amplificatore a valvole: sfortunatamente la valvola raddrizzatrice richiede un avvolgimento separato per il suo filamento, distinto da quello che alimenta i filamenti delle valvole di pre amplificazione e delle valvole finali ( la parte incandescente che vediamo da fuori ) e aumenta la complessità del trasformatore e del circuito; ovvio quindi che all'apparire sul mercato di ponti raddrizzatori sufficientemente performanti, i costruttori di amplificatori passarono in men che non si dica allo stato solido, in nome della onnipresente necessità di ridurre i costi di produzione.
Il raddrizzatore a stato solido, sonorità a parte , di cui parleremo dopo, consentì un gran risparmio in termini di costi, dissipazione termica e ingombri, ma data la sua caratteristica di non avere alcun tempo di riscaldamento, impose nuovamente l'uso dello standby, al punto che alcuni costruttori coscienziosi progettarono dei circuiti di stand by automatici all'accensione dell'amplificatore, per salvaguardare le valvole audio e quindi ridurre il numero degli apparecchi guasti durante la garanzia ; sfortunatamente però tale soluzione non incontrò il favore dei reparti marketing, che ritennero importante dotare gli apparecchi dello stand by manuale per allinearsi alla concorrenza ed evitare che i propri prodotti venissero tacciati di economicità proprio per l'assenza dei tale switch.
Incredibile, ma vero....
Qualche costruttore aggirò brillantemente il problema dotando gli apparecchi di stand by automatico all'accensione, lasciando alimentate le valvole audio e camuffando lo switch stand by, che ufficialmente rimuoveva l'alta tensione , ma in realtà andava a silenziare lo stadio finale, dimostrando un acume tecnico non da poco, ma la maggior parte continuò seguendo il famoso adagio che recita " squadra che vince non si cambia " e sopratutto uno switch costa molto meno di un circuito, e lo switch continuò ad interrompere a comando l'alta tensione, pronto per essere abusato dagli utenti, e pronto a scatenare leggende metropolitane in quantità.
Perché oltre al problema dell'accensione a freddo, ne rimaneva un altro non da poco, ovvero quello del "cathode poisoning" che letteralmente significa " avvelenamento del catodo " ma che in realtà significa che il catodo tende a ricoprirsi di una patina di scorie quando la valvola è accesa per lungo tempo senza l'alta tensione inserita ( e quindi con l'amplificatore in stand by )
Questo fenomeno porta in poco tempo ad un peggioramento delle prestazioni delle valvole, sopratutto delle finali, con il risultato di dover rivalvolare l'amplificatore piuttosto spesso, che oltre al costo, è una bella noia se lo dobbiamo fare ogni 6 mesi invece che un paio d'anni come media ( ne parliamo in un altro articolo ) .
Ora, capito che la faccenda dello stand by non è così semplice come poteva sembrare, è il momento di passare alla pratica, ovvero come usare ( e non abusare ) dello switch e direi quindi che la procedura corretta per iniziare potrebbe essere :
- accendo l’interruttore power
- aspetto un paio di minuti, che posso allegramente spendere collegando i cavi e i pedalini eventuali
accendo lo standy e via con la musica !
Ad un certo punto, se il locale è caldo e la birra è buona, in media si sente la necessità di visitare i bagni del locale, ed ecco che scatta il momento dello stand by: se il giro in bagno è breve, diciamo 10-15 minuti, nessun problema. Ma se il giro è lungo e arriva magari a 1 ora, il consiglio è di spegnere l'amplificatore.
Si riaccenderà, tranquilli...lasciarlo in stand by non vi assicura che riparta sicuramente, come spegnerlo non implica che non si accenda più o non ne voglia più sapere di suonare di nuovo...!
Bene, bella serata, pubblico caloroso, birra ottima, ma arriva il momento di spegnere ed ecco qui la procedura corretta per spegnere il tutto:
- spengo lo standy
- spengo subito l’interruttore power
- aspetto che le valvole siano fredde, magri metto via lo strumento, faccio su i cavi, vado a bere, ecc ecc
- carico finalmente l’ampli !
Si , aspetto che la valvole si raffreddino, perché patiscono proprio tanto gli shock meccanici e termici quando sono ancora bollenti al loro interno , e muovere anche delicatamente il vostro ampli per caricarlo dopo 3 ore di rock 'n roll non gli fa bene, avete mai visto un service esperto spegnere i proiettori alogeni e smontarli senza attendere che siano freddi ?
Se poi andate a suonare d'inverno ( perche no, tra l'altro ) la vostra automobile sarà di certo un po' fresca, peggiorando il problema, se mai ce ne fosse bisogno.
Facile ? direi proprio di si, e sopratutto logico, peccato che un certo numero di chitarristi con poca sapienza ma con tanta boria e presunta esperienza affermi le sciocchezze più incredibili, che non riesco a non pubblicare... ecco dunque i primi in classifica :
Genio nr. 1 = prima si spegne lo standby, poi il power, se non lo fai si bruciano i condensatori ( i condensatori della sua stupidità, che devono essere potentissimi, quelli dell’ampli infatti si bruciano per ben altri motivi, primo di tutti l’età )
Genio nr. 2 = prima si spegne lo standby, poi si mettono tutti i volumi e i toni a zero e poi si spegne il power , se non lo fai le scariche bruciano i coni !
Ora, a parte il fatto che lo standby silenzia completamente l'ampli in quanto gli toglie l'alimentazione, se qualcuno è in grado di dimostrare scientificamente e praticamente come fa un ampli senza alimentazione a bruciare i coni, giuro che vado a piedi da Torino al Santuario di Oropa ( che è vicino a Biella, per i non indigeni ) e ritorno, flagellandomi con un mazzo di ortiche raccolte fresche ai bordi della tangenziale.
Genio nr. 3 = prima si spegne lo standby, poi il power e POI si stacca la spina di corrente, che se no si brucia il trasformatore. Ora, a parte che l’interruttore power è una comodità utile a non dover staccare la spina tutte le volte, infatti ne sono provvisti un sacco di elettrodomestici, guarda un po' che strano, anche qui sono disposto a recarmi in pellegrinaggio alla Madonna nera di Oropa, se qualcuno me lo dimostra scientificamente.
E per finire in bellezza, il Genio nr. 4, in testa alla classifiche da anni = prima si spegne SOLO lo standy, si aspetta mezz’ora che le valvole si riposino ( con il power acceso vorrei sapere come ) poi si spegne il power e si carica l’ampli in macchina, che se le valvole non si risposano dopo aver suonato si bruciano ! ( neanche fossero destrieri da corsa da coprire dopo la corsa con il mantello apposito, che diversamente si ammalano di polmonite o qualcosa di simile, bisognerebbe chiedere ad un fantino per essere certi, domani ne cerco uno )
Meraviglioso mondo della musica, non finirai mai di stupirmi.
Per concludere ritorniamo ad una faccenda tratta all'inizio dell'articolo, ovvero le differenze tra valvola raddrizzatrice e raddrizzatore a stato solido, ma dal punto di vista della sonorità, che è molto diversa : la valvola raddrizzatrice ha una resistenza interna molto più alta del raddrizzatore a stato solido, e spingendo l'ampli a volumi alti, per la legge di Ohm (sempre lei) vi garantirà una certa compressione della dinamica ed una saturazione più prematura, data dal fatto che la tensione di alimentazione cade parecchio al salire della potenza.
La resistenza serie della raddrizzatrice agisce infatti come un limitatore dinamico, e quindi al salire della corrente richiesta dalle valvole finali (che aumenta di pari passo con il salire del volume di uscita) , aumenta la caduta di tensione, con il risultato di diminuire la tensione di alimentazione alle valvole finali nei picchi, limitando appunto la dinamica ed avendo quindi una saturazione più prematura.
Il raddrizzatore a stato solido invece ha un comportamento decisamente più lineare, grazie alla resistenza interna molto più bassa, la caduta di tensione è trascurabile e vi garantirà molta più dinamica e meno saturazione, in quanto anche a piena potenza la tensione di alimentazione scende molto meno rispetto alla valvola raddrizzatrice.
Qual è la migliore soluzione ? nessuna ovviamente, è una questione di gusto, di genere musicale, quella alchimia di chitarra, pedali, ampli, cassa e musicista che ci permette di ottenere il suono che vogliamo.
Non per altro alcuni amplificatori hanno un selettore per passare da una modalità all'altra, ma questa è un altra storia.