
L'accoppiamento amplificatore e diffusore
Con la testata XYZ ci vuole la cassa XYZ !
Con la testata ZZZ ci vuole la cassa ZZZ !
Ma si, certo. Ma anche no. Se ci mettiamo per un attimo nei panni degli uffici marketing di ogni buon produttore di amplificatori e diffusori, la risposta è sempre la prima, basta cambiare il marchio, e tale risposta si applica comunque e ovunque.
Ovviamente chi costruisce amplificatori vorrebbe vendere anche le casse (giustamente) ma non sempre l’abbinamento estetico è quello che può soddisfare l’orecchio, anche se ammetto che lo stesso logo su testata e cassa fa la sua porca figura.
Ma anche no, ripeto. Non è detto che un eccellente costruttore di amplificatori produca un altrettanto eccellente diffusore, vuoi perché magari si limita a comprare i coni da qualche produttore magari ottimo e a avvitarli in un mobile adatto ed esteticamente valido, vuoi perché, sia ben chiaro da subito, un diffusore per chitarra non è affatto complicato, in quanto o è una scatola aperta sul retro (e si chiama baffle) o è una scatola ermeticamente chiusa (e si chiama sospensione pneumatica) e la storia finisce qui, se il cono/i sono di buona qualità e le misure del diffusore sono adatte al cono ( qui scattano almeno 50 anni di discussioni al riguardo, libri di testo, simulazioni al computer, quindi lasciamo stare per ora ) va tutto bene, anzi benissimo.
La faccenda si complica con i diffusori da basso; se è vero che "teoricamente" molte casse da basso sono identiche o quasi a quelle da chitarra, è lo strumento che cambia, e quindi la cassa dovrà essere diversa, per forza, dico io ( e non solo io )
Il basso produce frequenza molto più basse della chitarra (Capitan Ovvio n.d.r. ) e richiede potenze più alte, perché l'orecchio è meno sensibile alle frequenze basse ( siamo nati per parlarci, gli strumenti musicali amplificati sono arrivati dopo) e di conseguenza i coni utilizzati sono di potenza più alta; non solo, il basso si suona pizzicando le corde, e ciò richiede più dinamica, che si risolve nell'adottare coni con escursione più lunga.
Bene, abbiamo capito che una cassa da basso è differente, ma non solo nei coni; esistono molte varianti di diffusori per basso, con un solo cono, con due, con quattro e anche con otto, con e senza tweeter, sia in configurazione a sospensione pneumatica che bass reflex, per cui esiste solo l'imbarazzo della scelta, se si ha voglia di sperimentare.
In generale la sospensione pneumatica produce pressioni acustiche più intense ma con una banda passante minore, dove invece il bass reflex produce un po' meno pressione acustica, ma è in grado di riprodurre frequenze più basse (l'incremento è generalmente di un ottava, che non è poco) da cui come detto prima, è interessante fare delle prove mescolando testate e casse di marchi diversi, che giuro non accade nulla di male, sopratutto se seguiamo qualche piccola regola tecnica :
In teoria ( ma nel 99% anche in pratica ) accoppiando una testata XYZ con una cassa WXY non succede niente di male, anche perché le potenze di testate e casse sono generalmente tutte uguali per questioni di marketing, e, ammesso e non concesso che siano vere ( si sa che al marketing quando è ora di dichiarare potenze spunta fuori il metro da pescatore ) i calibri sono 20, 30, 50, 60, 100 W per le chitarre e 100, 300, 400, 500 e fino a 1000 W per il basso, con qualche variazione sul tema che dipende dal metro da pescatore o da upgrade di apparecchi già in produzione, e dunque siamo sempre abbastanza a posto con la coscienza.
Per esperienza personale sul campo, provare combinazioni di testate e casse ha il suo perché, in quanto i risultati posso essere inaspettatamente interessanti, soprattutto se teniamo presente che anche la chitarra ( o il basso ) ha la sua parte nella faccenda, e provare combinazioni di strumento/testata/diffusore può essere ancora più divertente.
Dobbiamo però tenere presente alcuni fattori tecnici nel mescolare gli apparecchi; se è infatti vero che le potenze si equivalgono o quasi senza troppi problemi, altrettanto non succede con l’impedenza, che non è una affezione dell’apparato uro genitale maschile, ma un parametro tecnico inevitabile legato alla natura degli altoparlanti.
Per farla facile, l’impedenza è una caratteristica tecnica che serve ad accoppiare correttamente amplificatori ed altoparlanti, e obbedisce ad alcune semplici regole :
- se l’impedenza di uscita dell’amplificatore è uguale a quella della cassa ( 8 ohm con 8 ohm, 16 con 16 , ecc ecc ) , abbiamo il massimo trasferimento di potenza da ampli a cassa, ovvero tutta la potenza erogata va alla cassa senza perdite.
- se l’impedenza della cassa è doppia rispetto a quella dell’amplificatore ( o se preferite, quella dell’amplificatore è metà di quella della cassa, la potenza erogata è la metà di quella disponibile, ovvero un ampli da 50 W da 8 ohm ne eroga circa 25 su 16 ohm )
- se l’impedenza della cassa è metà o addirittura un quarto di quella dell’amplificatore ( magari abbiamo collegato due casse da 8 ohm in parallelo allo stesso amplificatore da 16 ohm senza fare i conti ) avremo presto bisogno di un tecnico per far riparare l’amplificatore; questo forte disadattamento porta l’ampli a lavorare in sovraccarico e a surriscaldarsi con esiti disastrosi ( se va bene, anzi molto bene, salta qualche fusibile e non l’ampli )
Direi che la faccenda non è difficile da maneggiare, soprattutto se consideriamo che gli amplificatori a valvole hanno sempre (sono rari quelli senz ) il selettore di impedenza di uscita o diversi jack per collegare la cassa , ognuno dei quali ha un impedenza diversa ed ecco che diventa facile mettere le cose a posto.
Direi quindi 8 con 8 , 16 con 16 e 4 con 4 ( valore raro nel settore chitarre ) ma anche ampli a 8 e cassa a 16, ( o anche ampli a 4 e cassa a 8 o 16 ) con il vantaggio di ridurre convenientemente la potenza di uscita senza usare powerbrakes e simili; è interessante poi sapere che molti amplificatori collegati a diffusori con impedenza molto più alta cambiano molto timbricamente parlando, e anche qui può essere interessante fare delle prove.
La cosa si complica con due casse ed un solo ampli, ma neanche molto; due casse in parallelo da 8 ohm equivalgono ad una sola da 4, come anche due casse da 16 in parallelo equivalgono ad una da 8, quindi diventa di nuovo facile !
Ultima cosa: gli amplificatori a transistor NON hanno il selettore di impedenza e neanche i jack multipli ( se li hanno sono in parallelo fra di loro ) in quanto non hanno il trasformatore di uscita e mettercelo sarebbe inutile, costoso e pesante.
Per non fare danni, i costruttori lungimiranti scrivono ad esempio “ main speaker 8 ohm “ e “ external speaker 8 ohm” che vuol dire esattamente che l’ampli regge fino a 4 ohm, ergo digerisce benissimo un cono interno da 8 e uno esterno da 8 che equivalgono ad uno da 4 ! Facile no ? speriamo....