
115 V o 230 V ?
110 V - 220 V , ovvero la globalizzazione dei mercati musicali.
Prima o poi, se cerchiamo l'oggetto particolare che non si trova in Italia, o lo compriamo in un negozio negli USA perché ci sta in valigia o ancora grazie a ebay, è inevitabile che entriamo in possesso del desiderato effetto/ amplificatore/ ecc da alimentare a 110 V , ovvero la tensione di rete negli Stati Uniti.
E qui casca l'asino, recita il noto adagio, già, perché la faccenda può essere semplice, semplicissima, complicata o addirittura complicatissima, dipende tutto dall'apparecchio , ma sopratutto dalla potenza assorbita, che se è tanta, come nel caso di un amplificatore, magari valvolare, le cosi si complicano.
La soluzione infatti consiste nel 90% dei casi nell'acquisto di un trasformatore da interporre tra la rete elettrica e l'amplificatore, e le cose si complicano assai, perché il mercato offre ordigni che sono ben poco adatti ai nostri usi, essendo progettati per apparecchi meno avidi di potenza, per cui vediamo prima se è proprio necessario il trasformatore.
Se escludiamo gli apparecchi con alimentatore switching, che sono appositamente progettati per funzionare in qualsiasi parte del mondo ( forma della spina a parte, ma è un problema risolvibile) e digeriscono tensioni da 90 a 260 V o giù di lì senza lamentarsi ( ad esempio il caricabatterie del vostro notebook o smartphone ne sono un ottimo esempio ) e escludiamo gli apparecchi con il settore 115 V - 230 V in bella vista, che possiamo spostare su 230 V e siamo a cavallo, alla peggio dobbiamo solo sostituire la spina o il cavo intero se è rimuovibile, la faccenda diventa complicata se non c'è cambiatensione e la targhetta dice "110 - 120 V AC 60 Hz" il che lascia presumere che possano funzionare solo con quella tensione.
"Presumere" è la parola giusta, perché se è vero che esistono apparecchi pensati solo per il mercato americano ( e canadese, ed in generale per le Americhe ) esistono anche apparecchi pensati con l'occhio ad un eventuale esportazione in altri mercati, anche se la cosa non è così visibile.
E' una questione di costi, tanto per cambiare : il mercato americano, inteso in senso geografico, è molto ampio e alcuni costruttori statunitensi risparmiano parecchio denaro dotando i propri apparecchi di trasformatore con il primario (quello che riceve la tensione della rete elettrica) di tipo chiamato "domestic" ovvero esclusivamente adatto alla rete a 110 - 115 V, mentre equipaggiano gli apparecchi destinati all'esportazione di trasformatore chiamato "export" che ha un primario multitensione, che viene cablato in fabbrica a seconda del paese di destinazione. Il risparmio è sicuramente interessante, se colossi come Fender e Peavey per esempio agiscono in questo modo.
Se l'apparecchio che abbiamo acquistato fa parte della seconda categoria siamo nuovamente a cavallo, basta portarlo ad un tecnico del settore che in poco tempo è in grado di convertire il nostro apparecchio da 110 V a 230 V ( o anche a 100 V se siamo giapponesi, o ancora a 240 V se siamo inglesi, australiani o viviamo in un paese dell'ex Impero Britannico, il modo è grande e le tensioni diverse, nonostante gli sforzi per standardizzare, e ne sa qualcosa chi gira il mondo per lavoro )
Come si fa' a capire se il nostro apparecchio è convertibile ? o è cosa nota, desumibile dal manuale scaricato da Internet, o bisogna portarlo a verificare dal solito tecnico, che in poco tempo, aprendo l'apparecchio, si rende conto rapidamente se la cosa è fattibile o meno.
Se la cosa non è fattibile, resta solo la soluzione del trasformatore esterno, e qui poverino l'asino, poiché sta per cascare di nuovo, all'inizio dell'articolo abbiamo infatti parlato di potenze ed è arrivato il momento di fare due conti :
un amplificatore a valvole da 50 W consuma una media di 180 - 200 W, mentre uno da 100 W consuma in media 400 W, che in qualche modo deve prelevare dalla rete elettrica per fare il suo lavoro, passando quindi dal famoso trasformatore esterno.
Ovvio che tale trasformatore deve essere in grado di fornire quella potenza senza fare una piega, poiché se non ce la fa la tensione che arriva all'amplificatore , che dovrebbe essere di 110 - 115 V, magari arriva a non più di 90-95 V con il volume ben alto, con la conseguenza che l'amplificatore suona molto meno e più distorto ( che non è una bella cosa, la distorsione si ottiene in altri modi ) e con la conseguenza accessoria che il trasformatore esterno si surriscalda a più non posso.
Inutile dire che tutto ciò avviene se usiamo il classico trasformatore commerciale da 100 - 150 W, perfetto per piccoli apparecchi ma assolutamente inadatto e sottodimensionato per il nostro caso; ricordiamoci che un amplificatore a valvole da 50 W ne consuma minimo 180 , non 50 , e quindi il trasformatore da 150 W, NON VA BENE.
Le conseguenze possono essere varie, nel migliore dei casi interviene la protezione termica del trasformatore esterno, facendo si che suoniamo due brani si e uno no, aspettando che si raffreddi, che non è pratico né simpatico ma se non c'è la protezione termica, il trasformatore può bruciarsi, e allora suoniamo ben poco, altra cosa poco simpatica, sopratutto se siamo dal vivo in una data importante.
La peggiore avviene quando il trasformatore bruciandosi va in cortocircuito tra primario e secondario ( è una faccenda tecnica, in realtà quello che chiamiamo "trasformatore " in realtà è un "autotrasformatore", che costa e pesa meno, ma in caso di guasto sono dolori ) scaricando tensione a 220 V nel nostro ampli previsto per 110 V; se salta il fusibile dell'ampli, perfetto, si risolverà senza spargimenti di sangue, ma se avete comprato l'ampli usato e a causa di una riparazione o un rappezzo dell'ultimo minuto il fusibile di rete è più adatto ad un tram piuttosto che ad un amplificatore, e voi non lo sapete, il fusibile non salta. Salta invece il vostro ampli, che è molto peggio. ( controllate sempre i fusibili sugli ampli usati, ho trovato dei 15 A al posto che 0.5 A, e l'ampli ha tempo di arrivare su Marte dal botto che fa, prima che il fusibile salti )
Tutto chiaro quindi ? Se la soluzione del problema è il trasformatore, ce ne vuole uno adatto, e per adatto intendo 250 VA per un amplificatore da 50 W e 500 VA per uno da 100 W, che non si trovano al negozietto sotto casa, ma dal grossista di materiale elettrico o dal solito tecnico, e non costano poco, ma la spesa vale la salute del vostro amplificatore.
Ultimo problema il peso : un buon trasformatore da 500 VA pesa anche 10 Kg, a cui vanno aggiunti scatola e caveria, tenetene conto, poiché dovrete scarrozzarvelo assieme al resto. Negli ampli piccoli ( e per piccoli intendo 15-20- 30 W ) può essere interessante , se il cabinet lo consente, montarlo fisso dentro il cabinet appunto, l'ampli sarà un po' più pesante, ma non avremo un pezzo in più facile da dimenticare.
Ultima cosa : cosa vuol dire VA ? vuol dire "volt - ampere" e indica la potenza teorica fornibile dal trasformatore , che va decurtata del 20 % circa, a causa del famigerato " fattore di potenza" ( detto anche cos fi ) che non è un agricoltore della Lucania, ma un parametro tecnico che fa si che un trasformatore da 250 VA eroghi 200 W senza fare una piega, perfetto direi, è proprio ciò che fa al caso nostro.
Alla prossima puntata dunque, pronti per altre questioni tecniche !